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Giovanni Battista Maria Falcone, Giuseppe Mineo Ingresso di Paesaggi Eugenio Maria Falcone Editore, Palermo 2001 ISBN 88-88335-01-3
Ingresso di paesaggi che dà nome alla mostra inaugurata a Villa Piccolo di Capo d'Orlando il 25 ottobre del 2001 e che si propone ora al Museo Archeologico Regionale di Agrigento e successivamente a Siracusa per le celebrazioni del centenario della nascita del poeta Lucio Piccolo di Calanovella, gran signore cosmopolita e contadino e sedentario zufolatore secondo il profilo lasciatoci da Eugenio Montale, è una espressione dello stesso poeta, contenuta in una intervista documento di Vanni Ronsisvalle giornalista della Rai. Piccolo parlava del paesaggio di Capo d'Orlando, dove si era confinato dopo avere abbandonato Palermo. Ma, per estensione, Ingresso di paesaggi riguarda tutt'intera la Sicilia, con i suoi monumenti, le sue coste, i suoi riti."La sua poesia è spesso una fuga dichiarata nel tempo. In senso fisico lei ha mai desiderato di fuggire, lasciare la Sicilia?”, così chiedeva Vanni di Ronsisvalle. Esemplare era la risposta: "Non provo affatto qui il senso della solitudine perché la stessa casa che sembrerebbe sopra una collina solitaria, è invece un luogo... di ingresso di paesaggi”. E davvero la residenza di questo grande poeta isolato era un crocevia di raffinate culture, uno straordinario corridoio metafisico in cui filtrava una natura trasfigurata. Proprio alla memoria di Piccolo, lo “stravagante" autore dei Canti barocchi, barone siciliano cugino di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, è dedicata la mostra di sei fotografi accomunati dalla visione cara al poeta orlandino, l'Ingresso di paesaggi. Artisti di raffinata sensibilità, ciascuno a suo modo, offrono nelle proprie immagini una rappresentazione dell'uomo, del paesaggio, di oggetti segnati da una singolare aura spirituale. Così Tano Cuva e Melo Minnella, che ebbero l'opportunità di conoscere Lucio Piccolo, ci offrono un'eccezionale serie di istantanee che fissano l'anima stessa del poeta; Giuseppe Mineo si sofferma sugli oggetti, gli arredi particolari, persino minuti, ma significativi del clima in cui vissero i tre fratelli, Giovanna, Casimiro e Lucio Piccolo; Angelo Pitrone ritrae in composta ammirazione la villa, le piante di un parco fatato; il giornalista Nino Giaramidaro propone una sua visione del mondo attraverso i volti archetipici e, dunque, irripetibili di "Emporio mediterraneo"; Giovanni Battista Maria Falcone, infine, presenta una sua compiuta cosmografia. "Per me - diceva Piccolo - la poesia, la vita, è memoria: noi viviamo di memoria. Del resto gli intelligentissimi greci non avevano stabilito che la madre delle Muse era la memoria? Mnemosine". Ed ancora: "Fin da ragazzo mi interessavo molto della parte crepuscolare della psiche, come poi è stato detto da qualcuno Celtic-Twilight. Io non avevo il tramonto celtico ma avevo il tramonto siciliano. Debbo dire che insistevo sopra una
Sicilia molto attaccata alle tradizioni, alle tradizioni esoteriche, a tutto questo mondo".
Ed è questo mondo spirituale, questo rifugiarsi "nei valori del passato, un passato elevato a vero e proprio culto", questa solitudine scelta e voluta dal Poeta con le sue “fughe continue in un mondo a sé stante, fatto di luci e ombre, di magia e sogno", che i nostri Artisti cercano di proporre ciascuno con la propria sensibilità, con modi diversi di intendere la Sicilia, che però finiscono per sommarsi e per diventare complementari. La mostra Ingresso di paesaggio a Lucio Piccolo di Calanovella, nel centenario della nascita, consapevole della grandezza dell'Artista, vissuto appartato come il cugino Giuseppe Tomasi di Lampedusa dalla vita politica e letteraria del tempo. Caso singolare di grande poeta lontano dall'industria culturale e dalle consorterie della società letteraria, “poeta notevolissimo, -secondo Cesare Segre nella sua Letteratura italiana del novecento- straordinario, ma difficile da inquadrare, perché assolutamente isolato, né legato all'ermetismo né al realismo, insomma,... non legato a nessuno ed è stata proprio questa la che mi ha impedito di metterlo ir rassegna. L'isolamento può essere anche un pregio, ovviamente, ma per chi deve compilare una storia letteraria, quindi fare pure delle tassonomie, Piccolo resta fuori".
Aurelio Pes, da Ingresso di Paesaggi, Palermo 2001
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