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Giovanni Battista Maria Falcone Testi di Alda Merini e Gillo Dorfles Eugenio M. Falcone Editore – Palermo 2004 ISBN 88-88335-11-0
[…] Ecco qui: l'Isola nel suo splendore e nella sua "assenza”: inondata da un sole che abbaglia e scava le pietre e i Templi; ecco, le balze di castelli, le lunghe scale abbagliate; ecco una Sicilia dove affiorano più le rocce, le pietre, il deserto, che le ville e i giardini; dove certi
edifici ancora lesionati (dopo cinquant'anni) assumono l'aspetto di fantasmi; dove gli alberi sono torti, le acque pressocché prosciugate. E a convalidare l'icasticità e la magia di queste immagini come non ricordare a punto certi versi della Terra Desolata che, certo, hanno colpito la fantasia di Falcone?
da/from: "What the thunder said” (p. 114)[1]
Here is no water but only rock,
Rock and no water and the sandy road
The road winding above among the mountains...[2]
o ancora, da/or from: "The burial of the Dead” (p. 76)[3]
What are the root that clutch?
What branches grow, out of this stony rubbish?
... you know only
A heap of broken images, where the sun beats
And the dead tree gives no shelter, the cricket no relief,
And the dry stone no sound of water.[4]
Le broken images di queste eccezionali foto coincidono davvero con i versi di Eliot; forse perché - come in tanti versi del poeta - riaffiorano da queste immagini gli antichi miti arcaici degli eroi greci, delle divinità permalose e vendicative; persino di figure come quelle del vate Tiresia con la sua duplice sessualità, quasi a testimoniare la potenza degli antichi e mai spenti rituali e insieme la sempre rinnovata carica d'una libido insaziata.
Milano, febbraio 2000
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